sabato 28 ottobre 2017

Domande illegali in un colloquio di lavoro; discriminazione in base all’età!


È sposato/a? Fidanzato/a?


Ha figli? Vuole avere figli?

Ha qualcuno che la aiuta con i bambini

Ma quanti anni hanno i suoi figli?

È iscritto a un sindacato?

Di che nazionalità è?

La sua religione che feste ha?



Queste domande non sono solo offensive e inappropriate, ma violano alcune disposizioni di legge, come il Codice delle pari opportunità o lo Statuto dei lavoratori. Ma ancor prima di guardare in dettaglio quali sono gli articoli di legge che violano queste domande, vorrei parlarvi di un tema che sta a cuore a milioni di persone: la discriminazione dei candidati in base all’età. In teoria l’età del candidato non dovrebbe essere un fattore discriminante in un colloquio di lavoro; se un’azienda rispetta le normative a tutela dei lavoratori, il colloquio dovrebbe basarsi soltanto sulle tue abilità. Sfortunatamente, però, talvolta si verificano delle discriminazioni in base all’età: sei considerato troppo anziano oppure troppo giovane. Nel 2000 l’Unione Europea ha adottato una Direttiva che proibisce le discriminazioni sul posto di lavoro basate sull’origine etnica e sulla razza, sulla religione o credenza, sulla disabilità, sull’età o sull’orientamento sessuale. 

È sposato/a? Fidanzato/a?

Ha figli? Vuole avere figli?

Ha qualcuno che la aiuta con i bambini?

Ma quanti anni hanno i suoi figli?

Secondo l’articolo 27 del decreto legislativo 198 del 2006, il Codice delle pari opportunità fra uomo e donna: “È vietata qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso al lavoro, in forma subordinata, autonoma o in qualsiasi altra forma, indipendentemente dalle modalità di assunzione e qualunque sia il settore o il ramo di attività, a tutti i livelli della gerarchia professionale”. Il secondo comma dell’articolo spiega che la discriminazione è proibita anche se attuata attraverso il riferimento allo stato matrimoniale, di famiglia o di gravidanza

Di che nazionalità è?

Qual è la sua religione?

È iscritto a un sindacato?


Secondo l’articolo 8 dello Statuto lavoratori,: “È fatto divieto al datore di lavoro, ai fini dell’assunzione, come nel corso dello svolgimento del rapporto di lavoro, di effettuare indagini, anche a mezzo di terzi, sulle opinioni politiche, religiose o sindacali del lavoratore, nonché su fatti non rilevanti ai fini della valutazione dell’attitudine professionale del lavoratore”.

A prescindere dalle domande che l’intervistatore possa rivolgerti, ricordati di ritornare ai tuoi requisiti, evidenziando le capacità e le abilità che ti rendono il candidato ideale per il lavoro specifico. Cerca di aggirare l’interrogativo fornendo esempi concreti che illustrino i tuoi requisiti, riuscirai a superare la discriminazione basata sull’età, sul sesso, sulla religione. Se sei giovane, sforzati di dimostrare la tua maturità. Se temi che il datore di lavoro possa considerarti troppo giovane, sfrutta l’opportunità del colloquio per mostrare la tua maturità, professionalità, sicurezza e cortesia. Concentrati sulle tue precedenti esperienze lavorative, enfatizzando i traguardi raggiunti. Se temi che il datore di lavoro possa considerarti troppo anziano, sfrutta l’opportunità del colloquio per dimostrare che sei aggiornato nel tuo campo. Enfatizza le tue abilità tecnologiche, se pertinenti. Dimostra di essere mentalmente e fisicamente idoneo a svolgere il lavoro con successo e fornisci esempi di esperienze recenti che sono attinenti con il lavoro a cui aspiri.

Queste tattiche renderanno l’esaminatore più propenso a considerarti pronto per gestire il lavoro.

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